Le rivoluzioni del desiderio (Parte 3)

racconto erotico a puntate la rivoluzione del desiderio

racconto scritto dal nostro lettore Narciso

Leggi qui la prima parte della storia.

<<Andiamo sul letto per stare più comodi, bella?>>..

Ilaria annuì timidamente, si tolse il telo di dosso e apparve così in tutta la sua nudità che inevitabilmente contribuì ad aumentare l’erezione del cazzo, che sembrava quasi voler rompere la sottile stoffa dei pantaloncini per svettare libero in tutta la sua durezza. E io lo accontentai, finalmente, togliendomeli gli shorts, per permettere al signorotto di spiccare libero, dondolandosi, a seconda dei miei movimenti, orizzontalmente e verticalmente.

<<Oh, ma che bel seno che hai, Ilaria! Sei tutta ben formata insomma.., culetto compreso ahahah>>..

<<Ahah.. Ma nemmeno tu scarseggi, Manlio, specie con quel coso eretto che scodinzola, mica male.. Del resto, me ne sono accorta già da qualche ora, attraverso i pantaloncini, mentre ti pulsava, come dicevi tu. Adesso facciamo però una cosa, Manlio: i teli che abbiamo usato per le docce stendiamoli sul letto: si capisce, vero?>> disse con sorrisetto ammiccante e furbetto;

<<Beh, sennò che maiale sarei, cara..>> dissi sorridendo;

<<Giusto!>> rispose con grazia;

<<I teli?.. mettiamoli sul letto, certo>> le dissi, strizzando l’occhio;

Eravamo già comodamente distesi sull’ampio letto e avevamo un’ora di tempo prima di salutarci (sarebbero  venute le amiche a prenderla). A onor del vero, ormai ero al limite dell’eccitamento e non vedevo l’ora di penetrarla, ossia chiavarla, con garbo, illibata o no che fosse – visto che l’avrei sposata in futuro. E pure di sodomizzarla, con delicatezza, se me l’avesse concesso.
Potei deliziarmi del suo corpo, e lei del mio, per poco più di mezz’ora. Scelse la posizione più comoda per lei, mettendosi a pancia in su, con cosce e gambe sollevate e divaricate. Impugnò il cazzo con la mano sinistra restando nella stessa posizione e iniziò a masturbarmi lentamente.

<<È bello duro, eh.. ti piace farti fare le seghe, porcello caro, eh?>> disse con un finto sorriso che celava il suo eccitamento;

<<E lo credo, tesoro.. non ne posso più!>> dissi osando allungare la mia mano sinistra fino alla sua vagina stimolandole con indice e medio il clitoride;

<<E allora dai, maiale, così scoprirai la mia verginità>> disse concitata;

Nella posizione in cui s’era messa mi fu comodo strofinarle dolcemente i genitali con la punta della verga, usandola come una sorta di pennello, su e giù per la vagina.

<<Dio!! Io non so come definirti.. forse come un maiale angelico..mamma mia!.. cosa sei!>>

<<Sì, devi godere come meriti, cara..>>l

E mentre realmente godeva, spingeva la vagina sul glande: diedi quindi una prima spinta riuscendo a penetrarla di pochi centimetri, che fu quella più dolorosa e che fece già supporre che la sua vagina non era stata ancora strapazzata da penetrazioni. Continuai a spingere ancora di più fino a ficcarlo per una decina di centimetri, non senza averla sentita lamentare ancora per il lieve dolore. La cavalcai non tanto moderatamente per un paio di muniti mentre le torturavo i capezzoli con le dita, suggendo e palpando le tornite mammelle: era il risultato della mia esagerata eccitazione. Mi pregò di non eiacularle in vagina a titolo precauzionale. Ma io l’avrei messa incinta volentieri, nel considerarla già la mia potenziale compagna di vita.  Nei capitoli successivi, comunque, si scoprirà che Ilaria non sarebbe diventata mamma, nonostante le ‘massive’ dosi di sperma pretese da lei e di cui si parlerà. E così, al raggiungimento del coito, ottemperai alla sua richiesta, tentando di dirigere la schizzata dello sperma sul telo da bagno, dove si notarono peraltro anche alcune macchioline ematiche. Ma diverse gocce finirono inevitabilmente anche sulle sue cosce. Nei pressi della vagina rimasero invece gli umori orgasmici di Ilaria, come lei aveva desiderato. Smodatamente eccitato, avrei senz’altro desiderato penetrarla ancora, ma erano ormai le ore 23:30 e le amiche di Ilaria di lì a poco avrebbero chiamato dalla reception. Corse perciò a farsi un’altra doccia. Mentre  dall’esterno della porta la guardavo, ricordai di chiederle quello che a proposito delle sue passate esperienze idilliache non le avevo ancora chiesto.

<<Ma allora, cara, adesso mi è venuto in mente di domandarti, se non ti imbarazza l’argomento: se non hai avuto mai rapporti completi, che facevate quando uscivate insieme col boyfriend di turno?.. guardavate solo la Luna? Ahahah>> la stuzzicai;

<<Ahahah.. Ma quanto sei ficcanaso, porcello mio!>> rispose;

<<Ma dai, quale ficcanaso.. te lo chiedo curiosando eheheh>> le dissi;

<<Vabbè, te la dico tutta, curiosone!: per tutte e tre le esperienze ci siamo limitati a fare sesso orale, senza esagerare però, nel senso che una sola volta capitò che il giovane di turno, sovraeccitato, forzò l’eiaculazione in bocca, costringendomi a deglutirne una parte, bastardo. E fu questo uno dei motivi della rottura della relazione; per il resto dei ragazzi concessi solo baci e niente penetrazioni: consentivo le ‘limonate’ corporee ed eccezionalmente lo strofinare il pene fra le cosce, senza mai togliermi le mutandine. Eccoti dunque, caro, il tutto detto con candore: il ‘privilegio’ di sverginarmi è toccato a te>> concluse;

<<Perbacco, che racconto..Ti ringrazio, cara, per la tua sincerità>> replicai;

Il telefono squillò: erano le quattro amiche, le quattro belle donne che stavano aspettando Ilaria nella Hall. Ella si affrettò a vestirsi, prese la borsa, mi baciò sulle labbra e filò via. I nomi delle amiche: Lucrezia, con qualche anno in più di Ilaria; Giulia, sui trentacinque anni; Carlotta, ventiduenne (l’unica del gruppo già sposata)e Marta, sulla quarantina d’anni. Io ne avevo quarantacinque, all’epoca.
Mi invitarono ad andare ancora in giro con loro a divertirci, ma preferii rimanere in albergo a guardare la TV. Stando insieme con tante ragazze, tra un bicchiere e un altro di birra, sarei potuto incorrere in qualche cattivo pensiero orgiastico, rischiando di rovinare tutto con Ilaria eheheh.
Ci demmo quindi appuntamento per rivederci in spiaggia il giorno successivo. A proposito di orge, in realtà, in quel tempo, io non avevo impegni sentimentali con nessuna donna, nemmeno con Ilaria che avevo con piacere deflorato e che poi solo per volere del destino divenne la mia partner, e non per un patto stabilito. Lei decise liberamente di fare sesso con me e ne fui entusiasta.
Ma io sono un tipo “open mind” come dicono inglesi e americani del Nord: vale a dire di mentalità aperta assoluta. Dunque, non nascondo che mentre chiavavo Ilaria mi è venuta l’idea malandrina di possedere almeno due delle amiche di lei: magari Carlotta, nella vaga speranza che il marito potesse essere stato già cornificato (ormai si sa che i cuckold sono tantissimi nel mondo, e non si riesce a capire perché; persino io, a matrimonio avvenuto, mi lasciai stuzzicare dall’idea, ma di questa fantasticheria rovente se ne parlerà prossimamente con dovizia di particolari dato l’altissimo grado trasgressivo che si delineò).
E Marta, la maggiore, presumibilmente la più esperta e pure un po’ cicciottella: di donne grassotelle me ne sono capitate solo due, nell’arco della vita sessuale intendo; sinceramente le chiamo ‘le morbide’ perché quando si è sopra di loro sembra di stare su un comodissimo cuscino. Il particolare molto arrapante che ricordo di una si dette nel momento in cui lei decise di dirigere il gioco erotico: mi fece mettere supino, montò sopra di me, e in 5 secondi si infilò il cazzo in vagina, ed era già così intrisa di umori che mentre galoppava su di me e nonostante guidasse il mio pene tenendolo con la mano destra per non farlo uscire dalla vagina, l’asta le sfuggiva pur essendo durissima. Se lo rimise dentro per sette od otto volte chiedendomi di resistere all’orgasmo. Ma quel maneggiare e l’entrare e uscire continuo della verga dalla vagina mi fece esplodere in dieci minuti e mi accorsi chiaramente di tre o quattro fiotti schizzare nella sua vagina; avvertì anche lei il caldo dello sperma, ma rimase male per non aver potuto  condividere l’orgasmo. Aveva 40 anni e io 25.
Dell’altra cicciotta, in questo caso più piccola di me di 10 anni, ricordo simpaticamente invece il rumore di tipo schioccante che procurava il tessuto adiposo della parte alta delle sue cosce durante le spinte rapide di penetrazione. Anche in quel caso resistetti poco, proprio a causa dell’eccitante rumore.
Ritornando alle amiche di Ilaria, ci pensai quasi tutta la notte per cercare di organizzare qualcosa per la serata e la notte successive. Ne dedussi che se anche qualche dubbio fosse emerso, non sarebbe stato certo decidere se coinvolgere Ilaria o no, perché è scontato che Ilaria non solo dovrebbe/dovrà saperlo ma dovrà pure partecipare, per convertirsi alla trasgressione smisurata.
Sono fiducioso che almeno una delle quattro accetterà: tutto dipenderà da come accoglierà la proposta Ilaria.
Oddio, rispetto a quello che si sarebbe profilato per il futuro, la riunione di domani assomiglierebbe a una partita a carte.

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