Un brindisi molto particolare

racconto mafia romance palestra

È ormai una settimana che Damiano si allena fino a notte fonda.

Lo osservo dal banco della reception dove devo restare fino a che l’ultimo cliente della palestra non si congeda. Cerco di non farmi notare mentre poso il mio sguardo sui suoi addominali tesi. Lo schermo del pc mi aiuta ad abbassare gli occhi velocemente quando ho l’impressione che altri occhi, quelli delle telecamere a circuito chiuso, mi tengano d’occhio.

Mi mordo il labbro inferiore, mi viene d’istinto farlo quando sento un brivido d’imbarazzo che dalle guance corre lungo la schiena fino a bollirmi nello stomaco.

La mia famiglia gestisce questa palestra da oltre vent’anni e ora che anche io sono maggiorenne come la nostra attività sono stata messa qui al banco per controllare gli accessi e le uscite. Mio fratello dice che con me alla reception sarà tutto controllo, che con una figa all’ingresso nessuno farà più casino del necessario. Come se fosse semplice gestire gli uomini che frequentano questo posto, la palestra più frequentata dalla mala degli italiani. Certo, l’affare rende bene, è per questo che mio fratello ha ceduto con il boss degli italiani quando hanno concordato che per i suoi soldati non ci dovevano essere orari. Fino a che l’ultimo dei suoi uomini non fosse sfiancato dall’allenamento, la palestra deve essere a disposizione. E io di conseguenza.

È per questo che adesso, ben oltre le due del mattino, sono qui a convincermi di tenere la faccia incollata al pc e di non far cedere ai miei occhi le lusinghe di quel corpo statuario che nella sala adiacente sta facendo pesi senza tregua. I pettorali si tendono sotto la t-shirt aderente. Nella sala non c’è musica: solo il suo respiro sotto sforzo risuona nell’ambiente.

« Ilaria » d’improvviso il mio nome nell’aria.

Inclino il volto e Damiano mi sta fissando. Ha una perla di sudore che gli scivola nella tempia destra. Non pensavo conoscesse il mio nome…

« Sì? » sorrido imbarazzata. Nessuno mi rivolge la parola oltre a qualche apprezzamento sfuggevole quando entrano in palestra e mi incontrano alla reception sempre con il tubino e le scarpe da tennis.

Mi alzo e avvicino a Damiano, come se fossi attratta magneticamente dalla sua presenza.

« Qui ho quasi finito, non mi sono accorto che fosse così tardi. Posso offrirti da bere per farti scordare il lavoro extra che ti è toccato fare? »

Le mie guance sono fuoco sotto la pelle.

« Mi piacerebbe molto… ma sai… » e indico con un cenno le telecamere. « Quando stacco devo rientrare, sai com’è… mio fratello… »

« Oh sì, lo conosco il coglione » risponde freddo Damiano.

Una bevuta insieme… non mi do pervinta.

« Sai… qui tra una stanza e quella adiacente, c’è una zona d’ombra: si tratta solo di due metri ma ecco… lì le telecamere non ci sono e se io sono di spalle, nessuno potrà sapere che stiamo parlando »

È un po’ macchinoso ma Damiano sembra sbattersene.

« Fammi strada allora » e si avvia nella stanza successiva. Lo seguo come se stessi controllando che sia tutto in ordine.

Mi appoggio al muro dando le spalle alla telecamera e Damiano è di fronte a me.

« Non ho nessuna bottiglia da stappare… » sussurro imbarazzata ed eccitata.

« Vorrà dire che mi prenderò direttamente quello che voglio » risponde lui baciandomi. Resto immobile per non tradire nessun movimento sospetto a chi mi sta guardando alle spalle.

Damiano mi ficca la lingua in bocca ed è passionale e caldo. Con una mano mi accarezza il seno sopra la stoffa per tubino mentre con l’altra entra sotto la gonna e si avvicina alla mia intimità. Sta succedendo veramente. L’ho sognato centinaia di volte e ora è qui, per me. Il braccio destro della mala che vuole me, proprio me.

Apro leggermente le gambe e accolgo la mano di Damiano tra le cosce. Con le dita mi scosta gli slip e mi stimola con delicatezza. Mi perdo nei suoi occhi e ora lui mi penetra con le dita. Il mio corpo è pieno di brividi mentre mi sento così bagnata da avere gli umori che gli calano in tutta la mano.

Toglie la mano dalla mia fica e porta le due dita di fronte a me. Me ne mette una in bocca mentre lui lecca l’altra.

« Cin-Cin » sussurra poi, soddisfatto da questo brindisi che sa di sesso e piacere.

Vorrei assaggiarlo, strappargli la t-shirt e leccare ogni centimetro di quel petto.

Ma non posso… non posso farlo.

Damiano si stacca da me.

« A domani dolcezza. E non preoccuparti per il coglione: non te l’ho detto, ma gli ho mandato al piano di sopra una mia amica e sono sicuro sia troppo occupato per controllare la sorellina. Buonanotte! »

Resto immobile con un sorriso stampato in faccia.

« A domani Damiano. Non prenderò da bere, a quanto pare non serve con te!»