Ho una voglia pazza di andare a ballare. Al centro della pista, senza nessun pensiero. Svuotare la mente e ballare, ballare, ballare. Ballare sotto gli occhi di tutti. Ci avete creduto? Illusi. Questa non sono io. Io sono quella che quando arriva al club ordina un white lady, si mette in un angolo della pista e si perde a guardare l’inferno di anime che si scatenano di fronte.
Mi muovo solo per lanciare uno sguardo al dj, sperando di comunicargli con il pensiero la prossima canzone da pompare nelle casse. Tonight a dj save my life. L’ho pensato un sacco di volte. Non lo penso ora però. La musica è partita e nell’eccitazione della pista mi trovo davanti lo stronzo biondo che vuole parlarmi. Il tempo rallenta. Tutti mi guardano. O forse mi guarda solo lui? «Ehi, mi hai sentito?»
Prima che i miei occhi incrocino i suoi, riconosco il profumo di tabacco, caffè e ginepro. So che è il suo perché lo indossa ogni volta. Solo dopo averlo respirato sposto gli occhi dal mio bicchiere alla sua cintura nera, salendo con lo sguardo bottone dopo bottone sulla sua camicia scura. Il petto muscoloso che traspare dal tessuto della camicia, le spalle larghe, le braccia forti. E ora le sue labbra che accennano un sorriso, la mascella contratta e gli occhi neri.
« Mi hai sentito? Il dj ti sta guardando un po’ troppo.»
« Potrei dire lo stesso di te.»
« Non mi piace che altri guardino ciò che è mio.»
Scoppio a ridere.
In tutta risposta lui si appoggia al muro di fianco a me con le mani in tasca e l’espressione da spaccone. La techno lascia spazio a un pezzo più melodico.
« Sono cinque giovedì che vengo qui per chiederti un ballo.»
« Allora avrai visto che io non ballo mai. Inoltre giovedì scorso quando sono arrivata che ancora non c’eri.» Arrossisco tradendomi con questa frase. Anche io sono cinque giovedì, anzi, quattro e mezzo, che non riesco a staccare gli occhi da lui.
« Affari» dice sbrigativo, quasi per giustificarsi. Come se non lo sapessi che è uno degli uomini di Leon, il boss della città. Non so il suo nome, ma ho riconosciuto subito i segni su di lui della famiglia del boss. Il piccolo tatuaggio sui polsi, l’anello della famiglia. È probabile che questo stronzo non sia nemmeno l’ultimo dei soldati. Deve essere qualcuno di vicino ai piani alti.
«Gabriel, nel caso te lo stessi chiedendo.»
«July, ma credo tu lo sappia già»
«In effetti conosco molte cose di te.»
«Tranne che non ballo mai.»
«Non tentarmi…»
Mi volto verso di lui bagnandomi le labbra con il cocktail.
«Perché no!»
Gabriel porta le labbra al mio orecchio. Con il palato emette un piccolo, sensuale, rumore di diniego.
«Stai giocando con il fuoco bambina.»
«Dentro di me fa solo freddo. Non ho paura di bruciarmi.»
È duro e tremendamente sexy. Mentre aspetto la sua reazione immagino le mie mani sul suo corpo che esplorano ogni centimetro della sua pelle.
Gabriel mi prende la mano destra, dove nell’indice porto un sottile anello nero con una pietra dello stesso colore.
Di nuovo sussurra vicino a me, con lo stesso verso di dissenso. «È dalla parte sbagliata». Gabriel si porta il mio dito tra le sue labbra fino a prendere con i denti l’anello per sfilarlo. Con le dita afferra il gioiello e me lo fa scorrere sull’indice della mano sinistra.
«Adesso sei mia. E balli con me.»
Gabriel mi prende le mani e le appoggia sui suoi fianchi fino a che il mio corpo non si appoggia al suo. Posso sentire la fondina con la pistola vicino al suo braccio destro. Un brivido mi corre lungo la schiena. Paura e desiderio si uniscono mentre le mie labbra fondono con le sue. Il bacio è travolgente.
M’interrompe.
«Dammi un minuto, non voglio farti ballare sotto gli occhi di tutti.»
Non capisco a cosa si riferisca, ma lo vedo fare un cenno ad altri uomini che in modo ordinato fanno uscire le persone dal locale.
«Il dj può restare, chiedigli la tua canzone preferita.»
La sala è vuota e siamo al centro della pista. Il dj mette il disco di Marylin Manson e Apple of Sodom irrompe nell’aria.
«Chiudi gli occhi» mi suggerisce Gabriel. Faccio come dice e nella pista vuota mi perdo tra le sue braccia. I miei fianchi ondeggiano mentre sento il calore del corpo di Gabriel su di me.
Il resto accade tutto velocemente. Gabriel mi prende la mano per farmi girare. Ed è nell’istante in cui mi stacco dal suo corpo che sento lo sparo. Non apro gli occhi, mi ha chiesto di tenerli chiusi. Mi perdo nella musica mentre Gabriel mi stringe di nuovo forte a sé.
Marilyn Manson canta quella che diventa la nostra colonna sonora e quando Gabriel mi sfila il vestito, so che siamo da soli. Che il dj giace a terra con una pozza di sangue di fianco alla console mentre il disco gira e ci invita a danzare ed esplorare i nostri corpi. Ho una voglia pazza di andare a ballare. Al centro della pista, senza nessun pensiero. Svuotare la mente e ballare, ballare, ballare.
Sotto gli occhi di lui, che in questo momento è il mio tutto.