Sesso con manette a mani e piedi

Sesso con manette a mani e piedi

di Madame Gisele

Ti ricordi la safe word? Puoi usarla quando vuoi”.

Annuisco, inginocchiata davanti a lui, con le mani dietro la schiena. Il mio Padrone è sempre molto attento a queste cose, fin dalla prima volta che abbiamo iniziato. 

Io sono nella tenuta standard dei nostri incontri: tacco 12 e autoreggenti nere, nient’altro. I capelli devono rimanere sciolti per suo desiderio (ama affondarci le mani e non solo). 

Alzati”.

Cammino davanti a lui, a testa bassa, fino alla porta della camera da letto. Una volta dentro, noto subito le manette: due attaccate alla testiera del letto in ferro battuto e due alla pediera. 

Stavolta sarà diverso, ma ti piacerà”.

Non posso aprire bocca in sua presenza, tranne che per dire la safe word, gridare di piacere o fargli un pompino. Mi fa sdraiare sul letto, supina, e mi aggancia i polsi alle manette. Poi fa lo stesso anche con le caviglie. Ed eccomi qua, bloccata mani e piedi, nella penombra di questa Stanza delle Esplorazioni, come ama definirla.

Lo guardo mentre si spoglia lentamente. Camicia, pantaloni e slip cadono a terra lentamente. Poi lui apre un cassetto, tira fuori una mascherina per gli occhi nera e me la infila. Lo sento trafficare con qualcosa di plastica. 

Mi senti?”

Annuisco.

Adesso ti metterò dei tappi nelle orecchie. Poi inizieremo e tu potrai parlare, come al solito, solo per gridare o dire la safe word, è chiaro?”.

Annuisco ancora. 

“La deprivazione sensoriale ti farà sentire tutto amplificato”.

Annuisco, lo sento spostarmi i capelli… e poi non sento più niente, a parte le sue mani. Ci sono solo io, in questo nulla che mi spaventa un po’. Ma mi fido del mio Padrone: in tutti questi mesi mi ha sempre fatta godere.

D’un tratto, noto uno spostamento sul materasso e delle dita che mi penetrano: prima una, poi, due, poi entra anche la terza, e iniziano a muoversi piano. È stranissimo: non sento nulla, eppure qualcosa mi sta facendo inumidire la fica con maestria, tanto che mi inarco con la schiena per chiederne di più, ma le manette alle caviglie mi trattengono. Oh, eccome, se mi piace, aveva ragione Lui. 

Poi le mani escono e una lingua morbida le sostituisce, affondando piano dentro di me e insinuandosi nella mia vagina. Su, giù, fino in fondo… piego le gambe istintivamente, ma di nuovo le manette mi trattengono. Allora le allargo ed ecco che, sì, va molto meglio. Poi, d’improvviso, la lingua scompare, il peso sul materasso cambia e resto di nuovo sola. 

Cosa starà facendo il mio Padrone? Oddio e se mi lascia qui, legata come un capretto? Ma sono paranoie di un minuto, perché subito dopo sento di nuovo il materasso muoversi, due mani che mi allargano le gambe ed ecco che il suo cazzo durissimo si infila dentro di me. 

Di solito piego le gambe, ma oggi sono obbligata a tenerle stese in un’angolazione che non mi è familiare… e molto piacevole. Il Padrone mi afferra i seni e li aggredisce famelico, mordendoli piano, succhiandoli e continuando a muoversi incessantemente dentro di me. 

Non sento nessun rumore, neanche i miei gemiti: tutto questo mistero mi eccita. Fantastico che sia uno sconosciuto senza volto a scoparmi e sento il cuore che mi batte contro il petto: mi abbandono al piacere che mi provoca questa vulnerabilità e alle ondate che mi sconquassano. 

Non posso fare niente, non posso contribuire in nessun modo: il mio Padrone mi sta possedendo totalmente, sono in sua completa balìa. Non mi sono mai sentita più sottomessa di così, neanche quando mi ha presa da dietro sul pavimento con un collare legato alla gola o mentre mi sculacciava.

Sento carezze sul seno e mani che mi stringono il culo, mentre il suo cazzo entra ed esce sempre più velocemente, fino a quando l’onda avanza ed esplodo in un orgasmo. Urlo, ma non sento le mie urla e i miei gemiti acuti. L’unica cosa che sento è che anche il mio Padrone sta venendo dentro di me e le pulsazioni intermittenti del suo cazzo farsi sempre più lente. 

Poi lo sento uscire e il materasso si muove di nuovo. Il Padrone mi toglie i tappi e la mascherina. Torno a vedere e a sentire, mentre lui mi slaccia le manette. 

Ti è piaciuto”, mi sussurra all’orecchio. Non è una domanda, è una constatazione. Annuisco.

La prossima volta proveremo con questa” continua, mostrandomi una cinghia con dei buchi, a cui è agganciata una pallina. 

Non vedo l’ora.