Il mio orgasmo al concerto

Racconto di orgasmo al concerto!

La musica avvolge ogni nota del mio corpo. Il concerto è cominciato da venti minuti e io sono un tutt’uno con la folla gremita che si muove a ritmo. Sono venuta qui da sola sperando di potermi ritrovare con me stessa in una sorta di rituale. I miei capelli lunghi e neri si tingono dei colori che riempiono il palco. Non canto come fanno gli altri, ma sento le parole del cantante cullarmi. L’atmosfera è densa. Mi trovo a osservare le mani del violinista. Capelli lunghi e ricci, forse castani, età cinquanta? Anni portati bene, con grinta e humor. Il violinista pizzica le corde e muove l’archetto con gesti rapidi e decisi.

Il cantante al centro del palco anima la folla incitando la pista, ma il mio sguardo resta ancorato su quelle dita agili che toccano le corde del violino. Chiudo gli occhi e mi immagino distesa in un divano, con sua la testa piena di ricci tra le gambe e le dita che giocano con il mio clitoride desideroso di attenzioni. Con i polpastrelli gioca con la peluria prima di entrare con le dita come se ora la viola fossi io, da far suonare con delicatezza.

È così che la mia mente si trova a vagare tra la platea e il camerino del violinista. Sono in estasi, la musica è forte e non possiamo parlare. Il violinista si avvicina alla mia intimità e inizia a leccarmi tra le labbra, le sue mani ora avvolgono i miei glutei mentre mi tira a sé stringendo la carne tra i polpastrelli.

Un respiro e sono di nuovo tra la folla, i bassi fanno pulsare il mio sangue nelle vene e il cantante si avvicina al violinista per interagire in una sorta dialogo con il violino. Ecco che lo immagino entrare nel camerino mentre l’altro uomo è immerso tra i miei umori. Si avvicina e mi bacia la bocca mordendomi il labbro inferiore e facendo strusciare la lingua per segnarmi come sua. Il cantante mi prende il volto tra le mani per tenermi incollata a lui mentre il violinista fa altrettanto sulla mia fica. Sono in estasi per il connubio di piacere che mi travolge.

Chiudo gli occhi mentre i brividi scorrono in ogni centimetro della mia carne e quando li riapro sono di nuovo un puntino tra tanti, in mezzo alla baraonda che si muove confusa e accaldata.

Il pezzo finisce e il cantante fa una mezza piroetta, il violinista invece alza lo sguardo e per un secondo mi sento trafiggere dai suoi occhi. Guarda proprio me? Abbasso il volto e mi immergo nuovamente nelle mie fantasie segrete per cambiare i giochi di questo dietro le quinte che si svolge nel mio palazzo mentale. Attiro a me il cantante e il violinista e faccio in modo che si contendano le mie labbra mentre con le mani sbottono i loro pantaloni e faccio uscire il loro fallo duro e pronto per me. Mi piego per prenderli entrambi dentro la mia bocca affinché si contendano il calore e le mie attenzioni.

Giocano con le mani sui miei capelli con dolcezza e senso del ritmo. Nel momento in cui penso al ritmo ritorno al presente, alla nuova canzone che ormai è già al secondo ritornello e al palco dove, noto solo in questo istante, c’è solo il violinista che sta facendo un assolo.

Guardo rapidamente attorno a me e scorgo il cantante affacciarsi da una porta laterale presenziata da due buttafuori. Il cuore mi batto forte, vorrei avvicinarmi e varcare quella soglia. Vorrei fare la groupie, si dice così no? Torno a fissare il violinista e richiudo gli occhi mentre il pezzo finisce e io gemo dolcemente in mezzo alla sala.

Sarò più coraggiosa al prossimo concerto, mi dico. 😉