Balla per noi

balla per noi - racconto mafia romance

Era stata una giornata lunga. Mi era toccato il lavoro di pulizia, dopo che il boss aveva ficcato una pallottola in testa allo sbirro. A giochi fatti mi aveva chiamato, ed ecco che a quel punto la palla era passata a me. Candeggina, guanti, un po’ di menta sotto le narici per evitare di nausearmi e in un paio d’ore avevo risolto il problema. Nel prato di fronte alla casa era sbucata una nuova aiuola. Un tappeto di fiori rossi e gialli che sarebbe stato concimato da merda di ottima qualità. Perché quello si era rilevato lo sbirro corrotto: il peggiore dei loro affari recenti. In ogni caso il problema ora non c’era più. Mi ero premurato anche di pulire la pala. Un lavoretto perfetto. Ero pronto per tornare a casa quando il boss mi aveva telefonato di nuovo. Che cazzo…

«Dimmi Lucaks»
«Possiamo mettere un punto alla questione?»
«Certo boss, tutto risolto»
«Bene, ti aspetto al club per brindare»
«Arrivo».

Cosa ci sia da brindare proprio non lo so, visto che mettere nel libro paga quel pezzente c’era costato ottantamila euro. Ma se il boss chiama, io devo andare. È per questo in fin dei conti che sono diventato il suo braccio destro.

Mi cambio al volo in auto indossando un completo di riserva. Camicia scura e giacca dello stesso tono. Un paio di spruzzate abbondanti di profumo per coprire un po’ del tanfo lasciato dalla candeggina. Mi guardo dallo specchietto retrovisore e nel riflesso trovo quello che avevo lasciato prima del lavoro di oggi pomeriggio: ho voglia di vedere la ragazza…

C’è una ballerina nuova al club dove abbiamo la sede. Un musetto giovane che mi ha rapito tutti i sensi e che non mi fa dormire la notte. È possibile che mi faccia questo effetto? Io che il mio cuore l’ho sepolto ormai anni fa. Io che sono famoso in città per non avere un briciolo di sentimenti. Io che… di fronte a quegli occhioni da cerbiatta mi sono sciolto. Ho desiderato di essere dentro di lei… respirare tra i suoi capelli, perdermi tra le pieghe della sua pelle.

Torno in me. Aguzzo la vista e ingrano la marcia della Porsche Cayman che ho sotto il culo. Quattro secondi di retromarcia, inversione, ed eccomi ai duecento all’ora verso il club di Luckas. Impiego meno di un’ora per arrivare a destinazione, complice il fatto di fottermene dei velox che puntellano la strada. Tra un paio d’ore questa macchina sarà demolita, e lo stesso si può già dire della vecchia a cui è intestata.

Entro nel club e respiro a pieni polmoni l’aria del locale. Chi come me sceglie questa vita, non può che essere drogato di quest’atmosfera fumosa, che sa di sesso, di soldi, di rischio. Alice, un’altra della famiglia, all’ingresso mi sorrise e mi indica la saletta privata in fondo al corridoio. È lì che Lucaks mi aspetta, sussurra.

Quando scosto la tenda che si affaccia sulla piccola stanzetta di specchi, vedo Lucaks in piedi, con il bicchiere in mano. Mi fa cenno di sedermi. È soddisfatto, glielo posso leggere in modo chiaro negli occhi. Anche oggi gli ho dato prova di essere la sua risorsa migliore.
Dal mobiletto-bar, Lucaks prende un rum pregiato, una bottiglia da almeno diecimila euro.

«Un’occasione speciale…» dice stappandola. Attorno a noi specchi, luci e musica soffusa, ma abbastanza alta da attutire i rumori del resto del locale.
Luckas mi versa due dita di distillato e dopo aver posato la bottiglia inclina il suo bicchiere verso il mio.
«Alla tua nuova promozione…»
Brindo e sorrido.

Veniamo interrotti un secondo dopo aver fatto tintinnare i bicchieri. La tenda si scosta ed entra la ragazza… la mia ragazza… che cazzo ci fa qui ora?
Lei mi da un’occhiata un secondo con i suoi occhi grandi, prima di rivolgere tutta la sua attenzione verso Lucaks.

«Balla per noi…» ordina il boss.
Lei si richiude la tenda alle spalle e si mette in piedi di fronte a noi per esibirsi in uno spogliarello privato.
Indossa un vestitino del colore della notte, un paio di calze autoreggenti velate e dei sandali che si intrecciano con un fiocco di fronte al collo del piede.

La ragazza comincia il suo spogliarello guardando negli occhi Lucaks. Ondeggia le spalle, alza le braccia e piega i gomiti per scompigliarsi i lunghi capelli con le dita. Prima di voltarsi mi guarda per un secondo. Ora è di spalle e metà schiena nuda si può ammirare dal vestito che sta facendo scivolare a terra. Il suo corpo è coperto solamente da un perizoma di raso, e dai collant.

Vorrei portarla a me. Vorrei che avesse occhi solo per me. Che Lucaks andasse a scegliersi un’altra delle sue puttane. Cazzo… Prenderei la bottiglia di rum e la fracasserei contro la parete di specchi, solo per il piacere di vederla frantumarsi mentre abbraccio la ragazza e la bacio fino a rotolarci a terra tra i vetri. Vorrei possederla così: in modo carnoso, pericoloso.

Torno con la testa sul presente, nell’istante in cui mi accorgo che Lucaks ha fatto un cenno alla ragazza. Lei ha abbassato lo sguardo in modo assertivo e ora e di fronte a me. Si inginocchia e mi osserva maliziosa mentre mi slaccia il primo bottone dei pantaloni.

Lucaks si alza, mi dice «Offre la casa…» ed esce dalla stanza un attimo prima che la ragazza prenda in mano la mia erezione. Il suo sguardo è dolce mentre si avvicina con le labbra e assapora il mio cazzo avvolgendolo con le labbra. Lascio andare indietro la testa. Non è questo il modo in cui avrei immaginato di iniziare con lei ma….

sono un cazzo di risolutore di problemi, no?

In un gemito lascio cadere a terra il bicchiere di cristallo che ho nella mano. Lei ha un sussulto e io le prendo il polso. Avvicino la mia bocca alla sua e la bacio. Sento il mio sapore nel suo volto e mi eccito ancora di più. Mi stendo a terra tra i vetri e lei ora è a cavalcioni sopra di me. Prendo un preservativo dalla tasca e lei me lo indossa ballando sopra di me, fino a che non porta il mio cazzo dentro di lei, e continua la sua danza sensuale…