IL GIOCO DELLE SFERE DI METALLO

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È una serata stanca, intristita dalla presenza ingombrante del televisore acceso, che ci fissa oltre il piccolo tavolo da caffè in vetro, restituendo, quadruplicato, tutto il livore che una giornata in ufficio può lasciare aggrappato alla pelle. Non riesco a seguire le immagini, sono infastidita e decido di andare a letto a leggere un libro, lasciando il mio fidanzato ad anestetizzarsi con il binge watching di una serie tv nuova di zecca.

Mi infilo sotto le coperte stringendo in mano il tablet, ma la volontà viene velocemente annientata dalla visione della mia scatola dei giochi. Potrei rilassarmi e divertirmi un po’, penso, abbandonando senza remore il programma precedente e afferrando i manici del bauletto azzurro che tengo sulla mensola di fianco al letto. Alzo il coperchio e getto uno sguardo su tutti i miei preziosi sex toys, li passo in rassegna ricapitolandone le prestazioni e, dopo un’attenta valutazione scelgo loro, le palline d’acciaio.

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Accarezzo con la mano la superficie liscia del metallo, è gelido e già mi inizio a scaldare, pensando al contrasto con la cavità della fica pronta ad accoglierle, mentre afferro il cordino nero in silicone e vado in bagno a igienizzarle.

In piedi davanti allo specchio sopra al lavandino mi guardo stringere in mano queste sfere argentate e infilo la mano libera nelle mutande per lubrificarmi. A volte devo usare il gel, altre non ne ho bisogno tanto sono bagnata, dipende dalle occasioni, e stasera l’inquietudine mi ha resa stranamente eccitata. Tolgo gli slip e dopo aver dolcemente divaricato le grandi labbra infilo una pallina alla volta, lasciando fuori l’estremità del cordino nero composta da un medaglione  forato, sembra un cavatappi e sta ancora dondolando quando entra in bagno Luigi.

Mi guarda distratto e gli ci vuole almeno una manciata di secondi per mettermi a fuoco e vedere cosa sto facendo. Il mio volto si fa rosso, come quello di un bambino scoperto a rubare i biscotti, non perché mi vergogni nel masturbarmi, ma perché è un momento privato e ne sono gelosa.

“Non dovevi andare a letto a leggere, tu?!” esclama ironicamente.

“Ho cambiato idea” rispondo fingendo una riservatezza assolutamente inappropriata tra di noi, noi che beviamo nello stesso bicchiere e non chiudiamo la porta del bagno.

Nel frattempo non posso ignorare la sensazione delle sfere fredde dentro di me, contraggo i muscoli pelvici per non lasciarle scivolare fuori e sento che il calore delle pareti interne le sta scaldando. Luigi tentenna davanti a me, indeciso se tornare sul divano o restare lì, come se a questo punto la sua presenza fosse diventata necessaria, finché il suo uccello prende una decisione e si gonfia rendendosi visibile anche attraverso i pantaloni del pigiama.

Entrambi lo guardiamo crescere e capiamo che il gioco che avevo iniziato da sola sta diventando un diversivo di coppia interessante. Gli prendo una mano e cammino verso la camera da letto. Sento le due palline che si muovono e il ciondolo esterno sbattere tra le cosce, aumentando in me il desiderio di raggiungere quell’orgasmo che credevo mi sarei procurata in fretta, da sola, in bagno.

Mi stendo sul letto e aspetto che il mio fidanzato si spogli. Mentre lo guardo dritto negli occhi gioco con il cordino in silicone, muovo le sfere e con l’altra mano accarezzo il clitoride. Non eccedo con la pressione, mi tengo solo calda in attesa che si getti su di me.

Luigi finalmente mi raggiunge sul letto e si offre di sostituirmi nel piccolo gioco che ho cominciato. Affonda la lingua sull’ingresso della fica e con la mano tira e spinge le palline di metallo, alimentando la mia eccitazione finché non arriva il primo orgasmo. Poi le sfila delicatamente, pronto a sostituirle con il suo arnese, ostinato nell’intento di riempirmi completamente e farmi sentire la differenza tra la carne dura e calda, abbondantemente irrorata di sangue, e il freddo metallo.

Nei brevi istanti in cui la mia vulva è stata vuota, ho percepito nettamente un formicolio, come se fosse stata solleticata, e adesso che il cazzo è dentro, ogni percezione è amplificata, mi bastano pochi stantuffi per venire ed è come se mi sentissi più eccitata del solito.

Trascinato dai miei orgasmi, senza smettere di scopare, mi infila prima una poi due dita nel culo proponendo “e se adesso ti ficco il mio cazzo dietro e nella passera ci rimettiamo le sfere?”.

Annuisco sgranando gli occhi, incuriosita, mi piazzo carponi e rilasso i muscoli lasciandolo darsi da fare per mettere le palline argentate e l’uccello dove vuole. Il mio corpo è insaziabile e questa specie di doppia penetrazione mi regala emozioni incontenibili. Luigi sferra gli ultimi colpi prima di abbandonarsi e sborrarmi nel culo. Le sfere sono incandescenti e mi sembra si stiano ancora muovendo quando le sfilo e crollo anche io, sfinita.

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Sono conosciute da molte donne per gli “Esercizi di Kegel” che si possono fare grazie a queste sfere. Con una sequenza di movimenti è possibile stimolare la muscolatura e le pareti vaginali. Le palline vaginali sono un sex toys molto discreto, che si adatta a tanti tipi di giochi, sia da sole, che in coppia. Sono divertenti da indossare anche in una serata tra amiche per creare una complicità che solo voi potete intendere. Usate in coppia diventano un’occasione per stuzzicare la fantasia – soprattutto se indossate in luoghi pubblici – e sono piacevolmente deliziose se utilizzate anche come ti abbiamo raccontato nella storia erotica di oggi. Ricorda: detergile bene prima e dopo ogni utilizzo per conservarle al meglio.