Doppia penetrazione lesbica con strap-on

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Amo fare sesso con Anna e, sono soddisfatta di quello che è da qualche tempo, il nostro rapporto di complicità che ci permette di godere senza alcun limite la nostra storia.
In verità, non credo di essere totalmente lesbica perché, mi piace ogni tanto farmi scopare da qualche bel ragazzo muscoloso e capace, che mi procura un piacere etero che con Anna non posso vivere se non in parte.
Mi chiamo Barbara e lavoro in un hotel di lusso occupandomi delle prenotazioni. È un impegno totalizzante che, però, non mi mette in contatto con il pubblico in modo diretto ma con un mondo virtuale fatto di e-mail e fax di richiesta e conferma delle riservazioni che quotidianamente vengono avanzate da tour operator e da individuali.
Anna l’ho conosciuta quando venne in hotel per fare uno stage.
Bellissima ragazza dai lunghi capelli neri, formosa nei punti giusti, aveva un qualcosa che ricordava una giovane Monica Bellucci. Non era solamente per una somiglianza fisica ma anche per un alone di netta sensualità che spargeva al suo passaggio.
Durante quel primo mese di stage a stretto contatto con lei, ebbi modo di notare una luce che si accendeva nel suo sguardo quando si trovava vicino a me dove non nascondeva il fatto di guardarmi le gambe e di sbirciare all’interno della mia camicetta per catturare l’immagine del mio petto.

Avevo già avuto delle rare esperienze lesbiche in passato che avevo vissuto considerandole normali ma non esclusive, dal momento che frequentavo anche dei ragazzi con i quali mi relazionavo in modo occasionale.
Eppure, chiusa nel bagno dell’ufficio con Anna che mi toccava e baciava, la sensazione di fare sesso in quel modo così clandestino, il desiderio di sesso che cresceva in modo esponenziale, erano tessere di uno stesso mosaico emozionale che appariva come irripetibile.
Anche le mie mani avevano incominciato a muoversi frugando quel corpo che appariva perfetto per regalare piacere e in quei pochi minuti dove la passione era così ardente da regalarmi orgasmi irrefrenabili, rappresentarono l’inizio di una amicizia particolare con quella che divenne una mia collega di lavoro.
Il nostro, era un rapporto improntato sulla più assoluta spontaneità dal momento che entrambe amavamo sentirci libere da ogni vincolo e da ogni obbligo. Posso descriverci come due cagne in perenne calore che si consumavano facendo sesso in qualsiasi luogo e modo fosse possibile. Anna mi aveva ‘preso’ troppo e la sensazione era decisamente reciproca.
Anche lei, come me, viveva la sua sessualità etero quando incontrava un uomo che le suscitava quella sensazione che appariva stimolante a livello mentale.

Insomma, eravamo totalmente in sintonia da non avere neppure la più piccola stonatura.
Il nostro era un appetito esclusivamente di natura sessuale e se qualcuno avesse potuto vederci nei nostri momenti di intimità, ci avrebbe definito due affamate di sesso lesbi. Eravamo perennemente alla ricerca di ogni mezzo per raggiungere teorie infinite di orgasmi che ci lasciavano quell’appagamento nel corpo e nella testa che provocava un dolce reset del tran tran quotidiano.

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Anna, lo confesso, è più dotata di me con la fantasia e cerca sempre cose nuove che aiutano a generare emozioni sconosciute come nel giorno del mio compleanno.
Avevamo deciso di passarlo insieme in modo trasgressivo (come se le altre volte non lo fossero!) e avevamo scelto un locale alternativo per cenare prima di trascorrere la notte a casa sua dove, anticipò, mi attendeva una bella sorpresa come regalo da parte sua.
Il ristorantino era una sorta di buen retiro dove ci piaceva mangiare qualcosa di sfizioso ascoltando musica di sottofondo e degustando un buon calice di vino. All’apparenza potevamo passare per due amiche single o per casalinghe non troppo disperate e per questo, ci piaceva provocare gli avventori che trovavamo, vestendoci da vere troie infoiate e dando un bel due di picche a tutti quelli che ci avvicinavano con l’intenzione di rimorchiarci per la serata.
Quella sera ero troppo eccitata per fare il solito giochino e non vedevo l’ora di andare via per scoprire quale fosse la sorpresa che Anna mi aveva destinato.
Raggiunti il suo appartamentino e dopo aver continuato a bere un paio di chupitos, mi chiese di avere pazienza e di attendere il suo ritorno mentre scompariva dietro la porta della sua camera da letto che ben conoscevo.

Non passarono neppure cinque minuti che Anna rientrò strappandomi un ‘ohhh’ di meraviglia.
Era il prototipo perfetto della donna dominatrice. Autoreggenti a rete con scarpe di un color lacca rosso lucido dal tacco vertiginoso. Un body in latex che le disegnava le forme in modo preciso. Guanti di pelle nera con tanto di borchie all’altezza dei polsi. Strap-on con un gigantesco fallo di color ebano. Nella mano destra stringeva un dildo dalle mostruose dimensioni e in quella sinistra un piccolo frustino.
‘Ora ci divertiamo’ mi disse.
Era quello in mio regalo? Decisi che non era difficile pensarlo. Senza dirmi nulla si avvicinò e scoccò una sferzata sulla chiappa che mi svegliò da una sorta di apatia dovuta sicuramente al vino trangugiato nel corso della cena.
‘Sarò la tua padrona’ disse in modo deciso prima di ordinarmi di aprire le cosce.

Lasciai scivolare la gonna sul pavimento abbassando anche le mutandine e restando con la passerina al vento. Anna, passò il frustino sui peli del pube, cercando di abbassare il tocco fino alle grandi labbra che avevo messo totalmente a disposizione aprendo le gambe a libretto e posando il culo sul divano in modo da offrirmi a lei.
Si avvicinò sbattendo il fallo dello strap on sopra al mio pube prima di abbassare il tiro e di farmelo sentire lentamente mentre mi stava penetrando. Mi inondai di piacere agevolando l’entrata di quel grosso cazzo sintetico che, grazie ai colpi inferti dalla mia amica, mi iniziava a sconquassare le viscere.
Prima di rovesciare all’indietro la testa per vivere il piacere, vidi Anna che succhiava quel mastodontico dildo come se non ci fosse un domani e poi, posarmelo proprio nell’orifizio del culo.
Non potevo credere di essere capace di sopportare una violenza come quella che sarebbe stata originata da quel dildo sovraumano ma Anna riuscì nell’impresa mentre davanti continuava a sbattermi senza pietà, originando orgasmi su orgasmi che tracimavano il mio piacere in un flusso continuo.
Il dolore provato al culo si tramutò in folle ed inatteso godimento allorquando si allentarono tutti i muscoli dello sfintere oramai pronto a sentirsi penetrato da qualsiasi oggetto.
Poi, Anna si tolse lo strap-on invitandomi a ricompensarla di altrettanta moneta: cosa che feci con quel piacere sottile derivato dalla sete di una dolcissima e lenta ‘vendetta’ tra amiche. Le violentai prima la fica e poi il culo, divertendomi a farle male tanto da sentirla urlare dal piacere di venire in continuazione.
Fu una notte magica che ci vide amanti, amiche, complici, schiave e dominatrici nello stesso tempo e fu davvero un bel regalo di compleanno.

(Questo articolo è stato scritto in collaborazione con il sito gratuito di incontri per lesbi: CHATLESBO – Scopri qui di più)