La Gatta – Racconto Mafia Romance

La Gatta Racconto Romance

Sono di nuovo nel club dei messicani.

Al tavolo c’è Carlos, detto El Diablo, il Boss della loro cosca, due irlandesi, c’è Vicktor la new entry della bratva locale e c’è anche un italiano piacione. L’atmosfera è tesa mentre scherziamo come se niente fosse durante la partita a poker. La posta in gioco non è alta in questo torneo, ma se siamo qui è per tenere allineati gli equilibri. Per non pestarci i piedi l’un l’altro. Siamo qui per una sorta di gentlemen agreement, per assicurarci che nessuno rompa i coglioni nei traffici degli altri, con le donne degli alleati. Ci giochiamo il potere, ed questo è l’unica cosa che conta nel mio ambiente.

Ci sono delle ballerine nel locale ma nessuno di noi sembra interessato ai loro balli. Siamo tutti incollati alle carte che distribuisce Scarlett, la dealer, mentre tra un drink e l’altro commentiamo con superficialità gli affari minori.

Mi piacerebbe che La Gatta fosse qui, mi salverebbe dalla noia con i suoi occhi piccoli e vispi, con le guance rosse che ama strusciare sulle mie ginocchia. Sono già stato al tavolo da poker con La Gatta e ne eravamo usciti vincitori.

Guardo oltre Scarlett vagando con lo sguardo e immaginando per un attimo La Gatta qui con me, appoggiata alle mie gambe, magari me lo potrebbe anche succhiare in questo momento. Chissà come sono dolci le labbra della Gatta quando avvolgono il cazzo. Immagino la sua bocca calda e il suo sguardo intenso mi tormenta.

Peccato che tutto questo non potrà mai accadere. Torno a guardare Scarlett ed è in quel momento che noto un movimento strano mentre distribuisce le carte. Me ne accorgo per caso quando esco dal mio sogno a occhi aperti. Ho la sensazione che abbia dato a Ronan, l’irlandese, le carte dal fondo del mazzo. Io passo subito la mano e resto a osservare. Ronan vince con una coppia di K. Faccio finta di niente, bevo il mio rum e chiedo a Carlos della miniera che sta gestendo con Viktor. Non tolgo lo sguardo dalle mani di Scarlett. Accade di nuovo. Ronan questa volta passa al river forse perché intimorito dal possibile punto di colore di un altro giocatore. Alla fine della mano ci sono in tavola due assi ed è ora che mi rendo conto con certezza che Scarlett sta mischiando le carte in modo da ficcare gli assi proprio a Ronan.

Dopo un paio di puntate restiamo nel gioco solamente io e Ronan.

“Non dirmi che hai proprio due assi!” lo schernisco cercando di smascherare il suo gioco.

Scarlett per un secondo impercettibile abbassa lo sguardo. Gli altri giocatori al tavolo continuando le loro conversazioni ma ora io so, so per certo che Scarlett e Ronan hanno capito che ho visto il loro gioco sporco.

In questo momento so di avere potere su di loro: potrei mandare tutto all’aria, creare una guerra tra di noi, potrei farne una questione di principio tra bande. Invece con nonchalance chiedo “Come sta Lachlan, Ronan? So che sta aspettando una risposta importante da Leon”.

Lachlan è il capo degli irlandesi, ma è Leon, il mio Boss, che gestisce la maggioranza dello spaccio di droga della zona.

Ronan farfuglia per un attimo, preso alla sprovvista e dal timore di aver mandato tutto a puttane per via del suo giochino con la dealer. Mi chiedo se scopino assieme e se questa idea del cazzo fosse un mezzuccio per farsi due soldi facili.

Che noia. Dovrei essere qui con i migliori criminali della città e invece c’è sempre qualche mezza sega. Penso di nuovo alla Gatta, agli abiti aderenti che ricoprono il suo corpo e a quei laccetti che si intrecciano lungo la sua schiena quando indossa il corpetto nero. Tremendamente sexy. Follemente intoccabile.

Faccio scivolare le dita con movimenti circolari sul tavolo verde dove stiamo giocando e penso alla mia lingua che rotea tra le grandi labbra della Gatta. La sua figa è aperta e pronta per me e quando con l’unghia del mio dito medio sfrego il tessuto premo sentendo la Gatta aprirsi al mio tocco per far entrare il mio dito dentro di lei mentre continuo a leccarla.

A questo punto l’irlandese ha già smessi di parlare e forse si caga sotto temendo che con una telefonata a Lachlan gli rovini le feste perché nella mano successiva esce dal gioco. 

“Non è la mia serata, ragazzi, vado a guardarmi uno spettacolino” dice avviandosi nella direzione di una delle spogliarelliste. Il tono della sua voce è seccato e pieno di stizza. Scarlett ha le gote in fiamme ma sembra rilassarsi quando l’uomo esce dal nostro raggio visivo.

Il match continua ma questa volta a uscire con una mano sfortunata è l’italiano e dopo di lui tocca la stessa sorte al compare di Ronan e al russo. Restiamo in gioco io e El Diablo.

“Scendono tutte le tue carte eh stasera” ride lui. “E dove l’hai lasciata la gattina che ti porti dietro di solito? Mi hanno detto che le piacciono i diamanti.

Appoggio la schiena alla poltrona e di nuovo penso alla Gatta, la volta scorsa con quel gioiello al collo mi aveva tirato fuori dai guai. Avrei voluto baciarla già in quell’occasione, avrei voluto portarla nel mio appartamento e assaggiare ogni lembo della sua pelle. Avrei voluto legarla al letto e sentirla miagolare per me mentre di nuovo affondavo la faccia tra le sue cosce. 

“Hai mai conosciuto una donna a cui non piacciono i diamanti Carlos?” scherzo scoprendo le mie carte.

“Ho una proposta per Leon, Damiano. Glielo farai sapere?” El Diablo butta le carte facendomi vincere il gioco così, come se fosse tutta una messinscena.

Lascio una mancia abbondante a Scarlett, di sicuro l’idea del cazzo di prima non era sua. Lei con lo sguardo incollato a terra accenna un sorriso colmo di imbarazzo. Attorno a me tutto scorre lento mentre io esco dal club. Prendo il cellulare per inviare un messaggio a Leon e aggiornarlo, ma quando lo schermo si accende… c’è lei.

“Ho la serata libera, sei libero per me?” 

Non importa se il messaggio è di oltre 4 ore fa.
Salgo in macchina e corro.